sabato 3 dicembre 2016

CIMA VALLINFANTE


REGIONE : MARCHE - TREKKING

Appagante ma impegnativo percorso nel cuore dei Sibillini, Gola dell'Infernaccio, valle del Tenna, cima Vallinfante, valle Orteccia e ritorno di nuovo per la gola.

Lasciata l'auto al parcheggio della gola dell'Infernaccio cui si arriva seguendo le apposite indicazioni dal paese di Amandola, siamo a quota 915m, si supera la sbarra e seguendo la comoda strada bianca si arriva all'inizio della gola, superate le 'pisciarelle' ci si inoltra tra le rocce, con corti ma ripidi saliscendi fino a ritrovar la sterrata che costeggia il fiume Tenna.

Si ignora il bivio sulla destra che porta all'eremo di San Leonardo, proseguendo lungo il fiume, dopo circa 45' di cammino, si incontra un riparo sulla destra, quindi una fontana sulla sinistra e appena 500m dopo, le sorgenti del Tenna (Capotenna), solitamente affollate di vacche al pascolo.

Esattamente a monte dell'abbeveratoio, si lascia la sterrata che proseguirebbe fino a Passo Cattivo, a favore di un sentiero subito a sinistra di un casotto, per la raccolta dell'acqua (presumo).

Siamo all'inizio del sentiero del Guerrin Meschino, che prosegue per un lungo tratto nel bosco di faggi, fondo in terra ben battuto.

Si esce allo scoperto intorno a quota 1550m, il sentiero prosegue dinanzi a noi, salendo sul fianco del monte Sibilla, con alcuni tornanti, intorno a quota 1900m termina la salita, ed inizia un lungo tratto a mezzacosta sulla destra della montagna, dinanzi a noi, ma ancora lontano, la cresta che conduce a cima Vallinfante, anche se il picco che si vede e' in realta' la sommita di cima Cannafusto.

Verso la fine del sentiero a mezzacosta, questo a volte scompare, coperto dall'erba rigogliosa, in questo caso si prosegue cercando di rimanere alla stessa quota e imboccando un facile canalino che sbuca proprio sulla cresta tra il monte Porche e cima Vallinfante, siamo praticamente a quota 2000m.

Nel caso di nebbia fitta, per trovare il canalino, conviene affidarsi al GPS, in quanto non c'e' un segno nemmeno a pagarlo.

Arrivati in cresta, ampia e solitamente abbastanza ventosa, si segue fino alla vetta, anche in questo caso, in presenza di nebbia, meglio affidarsi allo strumento, altrimenti e' facile ritrovarsi sulla cima del Cannafusto, li'vicino.

Dalla vetta (2113m) la vista spazia sulla gola dell'Infernaccio, tra le cui pareti spuntano i paesetti dell'ascolano, sul monte Porche, pizzo Berro, monte Bove sud, ben riconoscibile per l'arrivo della funivia abbandonata, alle nostre spalle, invece, la cresta che attraverso il monte Porche e cima Vallelunga conduce alla vetta della Sibilla, in lontananza spicca dal pian Grande il caratteristico paesetto di Castelluccio di Norcia.

Inizia la discesa, sempre su cresta, che da questo versante, risulta particolarmente frastagliata; giunti alla piccola sella (quota 2000), ci si butta verso destra, direttamente in valle Orteccia, inizialmente su prato quindi nel bosco di faggi, sicuramente piu' bello in autunno inoltrato.

Piu' che seguire il sentiero, si segue la pista delle mandrie, in ogni caso, a valle c'e'la strada sterrata che conduce a Passo Cattivo e che seguiamo verso destra, ripassando per Capotenna e per la gola dell'Infernaccio;
poiche' sara' pomeriggio inoltrato, il tratto di strada intorno alle sorgenti, e' di solito invaso dalle mandrie, per cui occorre un po' di attenzione, evitando di comparire all'improvviso davanti un torello.

Il parcheggio della gola, seppur abbastanza ampio, non e' raro trovarlo pieno, soprattutto in alta stagione, quindi meglio arrivare presto.

Circa 20km di sviluppo, per 1400m di dislivello in quasi 8 ore, soste comprese.

Agosto 2014

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