martedì 11 ottobre 2016

VIA FERRATA MAGNIFICI 4


REGIONE : TRENTINO ALTO ADIGE - VAL di FASSA

Via ferrata di recente allestimento (2010), dedicata a 4 alpinisti morti nel 2009 durante un'operazione di soccorso.

Di sicuro un ottimo modo per non dimenticarli, visto che chi fara' la ferrata, poco ma sicuro che se la ricordera' per un bel pezzo, e' infatti data per "estremamente difficile" e non posso che confermarlo, quanto meno dal punto di vista dell'impegno fisico.

La ferrata permette di salire dalla valle di San Nicolo', una valle laterale della val di Fassa, al colle di Buffaure e precisamente al rifugio Baita Cuz.

Occorre procedere lungo la valle di San Nicolo', fino a Malga Crocifisso, dove si puo' lasciare l'auto, altrimenti vietato sul resto della strada, senno' il trenino che porta gli escursionisti cosa ci guadagnerebbe ?

Il trenino di cui sopra, puo' comunque essere preso dalla piazza principale di Pozza di Fassa al costo di 1 euro se non sbaglio.

Da Malga Crocifisso si sale a piedi lungo l'asfalto fino ad un ponticello in legno, alla destra del quale c'e' una casetta sempre in legno con affissi i cartelli riguardanti la ferrata (circa 500m dopo Malga Crocifisso).

Si prende il sentiero che passa dietro la casetta, e' ben battuto e lo si segue sempre in salita, sono circa 25 minuti con cui tra l'altro si guadagna anche un po' di dislivello, si arriva infatti intorno quota 1830m dai 1400 circa di Pozza di Fassa e dai 1600m di Malga Crocifisso.

Verso la fine del sentiero occorre puntare diritti verso il canale che ci si trova di fronte, li' inizia la ferrata.

L'attacco non e' tale da scoraggiare gli inesperti, comunque si comincia subito a "tirare" di braccia e quello che viene dopo e' decisamente peggio.

Ci si alza sempre dentro il camino, per poi traversare verso sinistra, quindi verso destra a ritrovare un altro camino, piu' corto, ma dopo il quale c'e' il pezzo forte del percorso:
uno strapiombante traverso che si percorre con i piedi e con le mani su due cavi d'acciaio, molto utile, secondo me, avere una longe o un paio di rinvii da usare come assicurazione per riprendere fiato e far riposare braccia e mani.

Dopo una ventina di metri di traverso, si torna a salire, sono gli ultimi metri duri, leggermente strapiombanti anche questi, sopra si comincia a vedere la sagoma di un pino dove bisogna arrivare per terminare questo primo tratto (circa 30 minuti).

Dopo il meritato riposo all'ombra del bosco, si prosegue verso destra, di nuovo su sentiero ben evidente, siamo all'interno del bosco, poco dopo rifanno la loro comparsa alcuni cavi d'acciaio, ma non e' ancora la seconda parte della ferrata, puo' essere considerato un percorso attrezzato per l'avvicinamento, a mio parere facile, tanto da non aver usato il set da ferrata, anche perche' si e' nel bosco, in gni caso non bisogna lasciare i cavi.

Di fronte a noi si para l'imponente mole di uno dei contrafforti del Buffaure, completamente verticale, ci si dirige verso di lui, per poi deviare a sinistra e affrontare la seconda parte della ferrata, che invece pieghera' verso sinistra, cominciando di nuovo col salire un camino.

Questa seconda parte (parte da circa 1950m di quota), seppur ripida, e' una passeggiata a confronto della prima, solo pochi e brevi tratti verticali, il resto e' abbastanza "appoggiata", giunti a vedere il libro di via in una nicchia, mancano appena 4 metri facili per sbucare sul prato, proprio a 100m dalla Baita Cuz (2200m).

Tutto il percorso di salita e' durato circa 2 ore, per il rientro ccorre scendere lungo la strada bianca (pista da sci), fino alla cabinovia del Buffaure che riporta a Pozza di Fassa, in alternativa si puo' arrivare al rifugio Buffaure (quota 2000 circa), sempre scendendo la pista, per poi proseguire ancora lungo la pista da sci che esce esattamente davanti Malga Crocifisso.

In conclusione: bellissima via ferrata, ottimamente attrezzata, semplicemente molto dura, esposta e strapiombante, in alcuni casi sono presenti delle staffe realizzate con cavo d'acciaio invece che con tondini rigidi, c'e' bisogno di un po' di accortezza a mettere bene il piede, non facile sullo strapiombo, gli appoggi naturali non sono tantissimi, almeno sulla prima parte, occorre mettere i piedi sulla roccia quasi liscia, sperare che tenga e sbrigarsi a finire il passaggio.

Assolutamente da sconsigliare ai poco esperti o poco allenati.

SETTEMBRE 2013

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CARTOGRAFIA: KOMPASS 54 - BOLZANO - 1:50000