domenica 5 febbraio 2017

CORNO di CATRIA COSTA CALECCHIE


REGIONE: MARCHE - TREKKING

Percorrendo la strada provinciale che da Scheggia va verso Isola Fossara, ad un certo punto ci si trova davanti ad un fianco del monte Catria, sovrastato da uno spuntone roccioso alto una cinquantina di metri: e` il Corno di Catria.

Ai piedi della montagna, subito dopo la localita` di Valdorbia, il fianco scosceso del Corno da vita con la parete opposta del monte Motette, alla Gola del Corno.

L`itinerario proposto e` una via di cresta, fin troppo panoramica, da percorrere solo se NON si hanno problemi di vertigini ed inoltre e` meglio avere dimestichezza con la roccia, visto che vi si deve mettere mano in piu` di un occasione.

L`attrezzatura da scalata non e` obbligatoria, ma almeno in un paio di punti sarebbe opportuna, personalmente non ne ho avuto bisogno, ma visto che nell`inverno 2007-2008, sono stati piantati numerosi fix sulle parti piu` scoscese, sarebbe meglio averla con se`.

Si lascia la macchina in localita` Valdorbia, nel parcheggio situato sia prima che dopo il recente B&B (la voce del Sentino).

Ci si avvia lungo la provinciale in direzione della Gola, fino a vedere sulla sinistra le reti di protezione dalla caduta massi.

Il sentiero comincia proprio nello spazio tra le due reti segnalato da un apposito cartello giallo del parco del Monte Cucco.

Circa 30` occorrono per percorrere il primo chilometro e mezzo che in leggera salita e parzialmente all`ombra del bosco, ci porta alla base della cresta del Corno.

Siamo esattamente sopra la Gola, il sentiero prosegue dritto ed in circa 1h porta a Isola Fossara, ma quello che interessa noi, e` il sentiero che parte sulla sinistra, subito ripido praticamente in mezzo ai prati.

Seguendo gli scarsi segni di vernice rossa e gli ometti in pietra, si comincia a prendere quota, davanti a noi e` ben evidente la cresta, che pero` ancora non affrontiamo e molto piu` in alto, la parete verticale del Corno.

Per questo primo tratto, si prosegue parallelamente alla cresta mantenendoci sulla destra, su prato.

Ad un certo punto, le indicazioni ci dirigono dritti verso la cresta, e` giunta l`ora di toccare con mano la roccia.

Inizialmente, si tratta solo di camminare sulla cresta, appigliandoci di tanto in tanto sulla roccia, per adesso la cresta risulta relativamente larga (un paio di metri) e il vuoto sia a destra che a sinistra e` solo di pochi metri.

Le cose cominciano a cambiare, quando si deve percorrere, la sommita` della cresta che nel frattempo si e` ridotta ad una larghezza di circa 1 metro e il vuoto da ambo i lati e` di circa una decina di metri, con in piu` il vento che tenta di spingervi di sotto.

A gattoni ho passato questo primo tratto pericoloso, per poi continuare sempre sulla cresta, ma in maniera piu` facile.

Un secondo tratto pericoloso, lo troviamo quando la cresta si riduce ad una larghezza inferiore al metro (il cavallaccio), per una lunghezza di 3-4 metri, la sommita` della cresta e` frastagliata, per cui bisogna percorrerla con i piedi su una piccola cengia sulla destra, mentre con le mano si tiene abbracciata la roccia.

Passato anche questo tratto, si ha un po` di respiro, ci si dirige verso un primo spuntone roccioso, che con il vero Corno di Catria sempre ben visibile di fronte a noi, forma la Sella del Corno a quota 1049m.

Nel caso non vedeste i segni rossi sulla roccia, e` molto probabile che arriviate esattamente in cima allo spuntone roccioso, e` troppo ripido e alto da scendere, per cui tornate indietro di 10 metri e buttatevi senza indugio all`interno del ripido canale con fondo in terra dove cresce anche qualche alberello.

Giunti qualche decina di metri piu`in basso, prendete a sinistra, passando quasi rasente la roccia, fino a trovarvi proprio alle sella del Corno, dietro di voi lo spuntone di prima, davanti il Corno di Catria.

Seguendo in parte i segni rossi ed in parte le tracce lasciate dai predecessori, dovete arrivare esattamente alla base del Corno, per poi virare a sinistra fino a trovare piantati nella roccia, un fix ed un anello che, se avete portato l`attrezzatura, potra` servirvi per approntare una discesa, ma siccome si tratta di scendere appena 2 o 3 metri, potreste anche farne a meno.

Giunti a terra, si prosegue aggirando il Corno sulla sinistra, sempre seguendo i segni rossi che corrispondono anche ai fix piantati nell`inverno 2007-2008, ma che comunque per adesso sono superflui, visto che il tratto non e` ripido.

Manca davvero poco, ci si dirige verso un canale tra due rocce sempre attrezzato con fix, qui la pendenza si fa` sentire, credo che sia almeno un 4 o 5 grado, personalmente piu' che scalare la roccia, ho scalato l`albero che cresce proprio al centro del canale, ma se avete la corda e i rinvii, potete usarli, visto che alla sommita` e` presente un anello (chiuso), di fine via.

Credo, ma non sono sicuro che questo tratto si possa aggirare proseguendo un po' piu' avanti, evitando cosi' la scalata vera e propria.

Arrivati oltre il bordo della roccia, non vi resta che salire su prato costellato di rocce a filo con l`erba, fino alla cima del Corno di Catria, anche questo tratto e` ripido, ma si tratta di una semplice salita su prato.

Giunti in cima, e` d`obbligo affacciarsi sul bordo e dare uno sguardo alla via che si e` percorsa, al monte Motette e subito dietro la vetta del Monte Cucco.

Nella valle in basso si vede invece Isola Fossara a sinistra e Valdorbia sulla destra, probabilmente riuscirete a vedere anche le macchine parcheggiate.

Dietro di voi invece, la cresta continua fino a infilarsi nel bosco che poco piu` avanti lasciera`il posto ai prati di Pian d`Ortica.

Per scendere, occorre proseguire lungo la cresta, quindi attraversare il bosco di alti faggi fino a trovare la strada bianca che in pochi minuti conduce al rifugio del Boccatore, chiuso, ma che comunque offre un po` di riparo in caso di brutto tempo.

Il percorso GPS, scende passando a volte sulla strada, a volte nel bosco, fino ad arrivare nel fondovalle e ritrovare la strada asfaltata che da Valdorbia conduce a Chiaserna.

Teoricamente sarebbe possibile scendere, quasi evitando la strada bianca, solo che il percorso nel bosco e` poco frequentato e si corre il rischio di seguire le tracce degli animali invece che il sentiero.

Tempo impiegato: poco meno di 4 ore, tenendo presente anche qualche perdita di tempo per cercare i segnavia.

In conclusione si tratta di un percorso splendido, che permette inoltre di mettere mano sulla roccia, senza necessariamente essere scalatori, sconsigliato ai principianti, a causa di alcuni tratti sicuramente pericolosi e a volte nemmeno proteggibili senza avere nut, friend ed esperienza nell`usarli.

Sconsigliato anche in caso di vento forte.

Possibilita` di fare colazione a Scheggia e a Chiaserna, si puo` prendere acqua a Scheggia, Chiaserna o Isola Fossara.

Nel parcheggio di Valdorbia c`e` un B&B ed un piccolo bar ristorante a gestione familiare, che pero` al mattino presto e` ancora chiuso.

AGOSTO 2011

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